Sfide d’integrazione tecnologica: le perplessità delle imprese

Industria 4.0, le imprese lamentano la difficoltà di integrare le nuove tecnologie con le precedenti

 

L’industria 4.0 avanza in Italia, ma le imprese si scontrano con varie sfide nell’adozione di nuove tecnologie, come risulta da una ricerca condotta dalla Liuc Business School su commissione di Icim Group.

L’innovazione procede in modo differenziato tra le aziende, con alcune che sono all’avanguardia, altre che stanno adattando i propri processi e altre ancora che faticano a tenere il passo con il cambiamento tecnologico.

 

 

Limiti ed ostacoli

La ricerca ha identificato quattro principali ostacoli all’innovazione:

 

01. integrazione tecnologica: l’83% delle aziende evidenzia la difficoltà di integrare e interconnettere le nuove tecnologie con quelle già esistenti. Questa sfida sottolinea la complessità del processo di transizione e aggiornamento tecnologico.

 

02. resistenza al cambiamento: la resistenza al cambiamento rappresenta un ostacolo significativo, nel 75% delle imprese. Questo sottolinea l’importanza di affrontare aspetti culturali e umani durante il processo di adozione delle nuove tecnologie.

 

03. limitata conoscenza e competenze: il 67% delle aziende indica una scarsa conoscenza e competenza sulle tecnologie 4.0 come ostacolo. Questo evidenzia la necessità di programmi di formazione e aggiornamento per il personale.

 

04.difficoltà a trovare partner adeguati: il 58% delle aziende ha difficoltà a trovare partner adeguati per supportare l’azienda nel percorso di evoluzione tecnologica. La collaborazione con fornitori qualificati diventa quindi un elemento cruciale.

 

 

Il paradosso degli investimenti 4.0: dati, analytics e sicurezza in secondo piano

Altre lacune emerse includono la sottoutilizzazione dei dati e degli analytics raccolti, insieme a una scarsa attenzione verso gli strumenti e le soluzioni di sicurezza informatica, spesso considerate una priorità solo dopo aver subito un attacco cibernetico.

Per quanto riguarda gli investimenti, la ricerca rivela che nel 2020, su 123 aziende esaminate, l’investimento medio in nuove tecnologie 4.0 è stato di 388 mila euro all’anno, principalmente per sistemi hardware. Contrariamente al presupposto comune, la tendenza agli investimenti è simile tra le grandi, medie e piccole imprese che hanno adottato innovazioni. La principale spinta per investire è stata la possibilità di accedere agli incentivi statali, citata dal 75% delle aziende coinvolte.

Sotto il profilo delle tecnologie adottate, i sistemi di integrazione tra soluzioni di diverse generazioni sono al primo posto (25%), seguiti da Internet of Things (24%) e Big Data e analytics (21%).

Le imprese hanno investito meno in sicurezza informatica (6%), mentre tecnologie come simulazione (1%) e additive manufacturing (0,07%) risultano marginali.

 

 

L’appello delle associazioni industriali

Daniela Lionetti, responsabile di Anima Confindustria per Innovazione e sostenibilità, sottolinea che l’evoluzione del settore industriale dipende fortemente dai programmi di incentivazione pubblica. Attualmente, le iniziative di supporto governativo sono spesso legate alle manovre finanziarie annuali, mentre le esigenze dell’industria richiedono progetti e politiche a lungo termine.

Le associazioni industriali chiedono da tempo al governo e alla politica di formulare piani pluriennali di sostegno e sviluppo, consentendo alle imprese di pianificare investimenti con una visione più ampia, al fine di evitare spinte intermittenti e irregolari.

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